I Fondi Paritetici Interprofessionali nazionali per la formazione continua sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici Accordi Interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Attualmente esistono 21 Fondi di cui tre dedicati ai Dirigenti. Secondo quanto previsto dalla legge 388 del 2000, le imprese possono destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) ad uno dei Fondi Paritetici Interprofessionali, attraverso il modello Uniemens. I datori di lavoro possono aderire ad un secondo fondo esclusivamente per la formazione dei propri dirigenti scegliendo tra i Fondi costituiti per tale scopo.
I Fondi Paritetici Interprofessionali finanziano piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, che le imprese in forma singola o associata decideranno di realizzare per i propri dipendenti. Inoltre possono finanziare anche piani formativi individuali, nonché ulteriori attività propedeutiche o comunque connesse alle iniziative formative e dal 2011 (Legge n.148 del 14/09/2011) i piani formativi possono coinvolgere anche i lavoratori con contratti di apprendistato e a progetto.
Accedere a questi strumenti di finanziamento non comporta nessun costo per l’impresa la quale deve semplicemente comunicare la sua volontà di aderire al fondo interprofessionale prescelto quando effettua la denuncia contributiva all’INPS.
Ciò non comporta alcun onere aggiuntivo per l’impresa perché il pagamento dello 0,30 è comunque obbligatorio e sarebbe in ogni caso versato dall’azienda.
Sarà poi lo stesso INPS a trasferire questa percentuale di contributi al fondo di formazione, accantonando risorse in un “conto formazione” che rimane a disposizione dell’azienda per finanziare attività formative per il personale in modo autonomo.
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