Oggi analizzeremo degli strumenti che, combinati tra loro, permettono di usufruire di vantaggi, fiscali ed agevolativi, sino al 100% del costo in caso di progetti di investimento, fatti e in corso di realizzazione, che rispondono alle caratteristiche di Industria 4.0.
I CREDITI D’IMPOSTA ATTUALMENTE IN VIGORE
Il Credito d’imposta investimenti in beni strumentali (ex super e iper ammortamento) prevede un credito d’imposta, pari al 6% nel caso di beni “ordinari” e del 40% nel caso di beni rientranti nell’ambito di Industria 4.0 (per approfondimenti si rimanda alla scheda tecnica).
Come analizzato in un nostro precedente articolo, un ulteriore strumento agevolativo che, per le imprese rientranti in specifiche aree e in determinati Comuni, riconosce un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali sino al 30% ( nel caso di Bonus investimenti nelle aree del Mezzogiorno) e sino al 45% nel caso dell’area del cratere sismico Centro Italia (clicca qui per la scheda di approfondimento).
In ultimo, è possibile beneficiare di un ulteriore credito d’imposta per quelle attività di Ricerca e sviluppo per innovazione Tecnologica, svolte nel 2020, volte a innovare nell’ambito 4.0 il processo/linee produttive. Tale strumento prevede la possibilità di ottenere un credito d’imposta pari al 10% dei costi di personale dipendente, consulenze e servizi inerenti tali attività (per approfondimenti vedi scheda tecnica).
LA POSSIBILITA’ DI CUMULO
Con risposta all’istanza di interpello n. 360 del 16.09.2020, l’Agenzia delle entrate ha chiarito le regole di cumulo del credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno con altre misure agevolative aventi ad oggetto i medesimi costi.
La risposta chiarisce che il suddetto credito è cumulabile con Aiuti definiti” a carattere Generale” e, quindi, con il suddetto credito d’imposta per beni strumentali (ex iper ammortamento).
In questo modo, è quindi possibile beneficiare di una doppia agevolazione.
La disciplina infatti stabilisce che il cumulo dei due aiuti non può superare il costo dei beni, tenendo conto anche della non concorrenza del nuovo credito d’imposta alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP del credito d’imposta.
A tal fine, si rileva che occorre determinare il risparmio fiscale derivante dalla non concorrenza del nuovo credito ai fini della determinazione del reddito d’impresa e, conseguentemente del reddito complessivo del soggetto. Infatti, ai fini del calcolo del massimale di beneficio (100% del costo) vanno considerati anche i relativi benefici derivanti dalle aliquote fiscali (es. IRPEF).
IL TERZO BENEFICIO – IL CREDITO D’IMPOSTA SUI COSTI PER LO SVILUPPO DELL’INNOVAZIONE DIGITALE 4.0
Inoltre, a tale possibilità si aggiunge il beneficio del credito d’imposta in ricerca e sviluppo per innovazione tecnologica, il quale, laddove sia stato previsto specifico programma aziendale di sviluppo volto al raggiungimento dell’innovazione tecnologica dei processi produttivi in ottica 4.0, permette la possibilità di beneficiare di un credito pari al 10% dei costi sostenuti, compresi i contratti esterni aventi ad oggetto lo studio e sviluppo dell’innovazione e relativa interconnessione, in caso di 4.0.
La normativa di riferimento stabilisce inoltre che “il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.”), specificando che il costo deve essere assunto al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili.
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